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Squilibrio della flora intestinale: parliamo con il Dottore Naturopata Gianfrancesco

Flora intestinale irritata? È un disturbo molto comune. Scopriamo i sintomi e i rimedi con il Dottore Naturopata Gianfrancesco.

Buongiorno Dottor Gianfrancesco, ci può parlare di sé e del suo percorso accademico? 

Il mio percorso è iniziato nel 1990, quando frequentavo la Clayton University a Saint Louis in Missouri (USA). Dopo la laurea in Naturopatic Medicine, ho conseguito un dottorato di ricerca nell’ambito della fitoterapia e delle piante medicinali. Successivamente ho conseguito un master in Oligoterapia catalitica, ho frequentato la scuola di alta formazione di fisiologia probiotica e nutrizione e una scuola per la salute della donna e le disarmonie femminili, dall’adolescenza alla menopausa. Svolgo la mia attività principalmente a Bologna, dove ho lo studio prendendomi cura di persone che desiderano migliorare la propria condizione di salute e benessere con metodiche ad indirizzo naturale con un occhio di riguardo alla corretta alimentazione. Suggerisco le corrette combinazioni alimentari e i profili nutrizionali specifici in abbinamento alle cure a cui una persona può essere sottoposta. 

Da cosa è nata la voglia di diventare un naturopata?

L’interesse è nato tanti anni fa durante una performance sportiva, nella quale ero un allievo di un insegnante di arti marziali cinesi. Da lì ho iniziato un percorso: dalla medicina tradizionale cinese, alla mia tesi di laurea legata ai disturbi curabili con medicina cinese, ad ulteriore formazione che mi ha portato ad appassionarmi dei benefici di questa medicina per il corpo e l’intero ciclo metabolico e psicologico. Ho così intrapreso questo tipo di carriera che ormai svolgo da 40 anni!

Che tipo di trattamenti offre?

I miei pazienti sono principalmente persone che hanno problematiche legate al tratto gastrointestinale. In collaborazione con l’Università di Bologna mi occupo dell’individuazione microbica del microbiota intestinale attraverso il test genomico relativo, modulando le eventuali problematiche e trovando una soluzione probiotico-integrativa ai problemi evidenziati.

Come si riconosce una flora batterica disturbata, quali sono i sintomi principali? 

I sintomi principali sono gonfiori addominali, difficoltà nella digestione e nell’assimilazione, stipsi o diarrea, allergie, infiammazioni cutanee, disfunzioni immunitarie, problematiche legate ad ansia e stress dal momento che la modulazione intestinale ha uno stretto rapporto con il nostro cervello. 

Questi campanelli d’allarme non sono sempre valutati correttamente. Per esempio, non sempre prendere dei fermenti lattici generici aiuta, in quanto non si sa precisamente se sia idoneo al proprio profilo microbico. 

Ci sono degli effetti a lungo termine?

L’effetto a lungo termine è soprattutto una predisposizione dell’organismo a produrre dei metaboliti pro infiammatori, portando a un peggioramento di condizioni che potevano essere curate prima. Procrastinare la cura fa sì che i sintomi si ripresentino in maniera sempre più aggressiva e rendano la condizione più difficile da gestire. Questo comporta una maggiore predisposizione ad ammalarsi, infezioni sistemiche, difficoltà a digerire, disturbi metabolici, disequilibri a livello ormonale e in generale una difficoltà nel rimettere insieme una microflora corretta. 

Quali sono le cause principali di questo disequilibrio?

Il primo fattore da tenere in considerazione è il modo di alimentarsi. Mangiare meglio non vuol dire mettersi a dieta, vuol dire mangiare correttamente con combinazioni nutrizionali corrette, ma gustose allo stesso tempo. Tramite il test genomico del microbiota intestinale si è in grado di identificare le componenti alimentari più corrette per ripristinare una disarmonia sia acuta che cronica e il profilo nutrizionale personale adatto all’individuo. 

Il secondo fattore è l’utilizzo scriteriato di integratori. L’integratore deve essere adatto al profilo specifico di una persona, perciò è importante individuare quello giusto. 

Qual è l’incidenza in Italia?

Il disturbo delle dispepsie gastrointestinali è molto alto, circa il 70% della popolazione. In una selva di suggerimenti alimentari proposti, molte persone si trovano disorientate nella scelta di come nutrirsi, rischiando di non raggiungere il benessere che si desidera. 

In che modo un individuo può risolvere questo problema?

Per prima cosa è importante individuare il modus operandi alimentare che la persona ha adottato fino a quel momento. Tramite questa analisi si può comprendere come correggere l’apporto nutrizionale in termini di combinazione e gli alimenti che possono aiutare le problematiche esistenti. 

Se dopo 40 giorni si ottiene un risultato positivo, lo step successivo consiste in una verifica del microbiota per vedere esattamente la composizione batterica dopo aver modificato la dieta. Così è possibile capire come proseguire con un’integrazione corretta e un mantenimento alimentare. 

Infine, come dico ai miei studenti, un viaggio si comincia prendendosi per mano. Il professionista e la persona si prendono per mano: se entrambi vanno nella stessa direzione si arriverà a un risultato, ma se uno dei due cambia strada e prende scorciatoie sarà più difficile raggiungere il benessere. 

Esistono integratori specifici per questo disturbo?

Oltre il 75% delle persone che soffre di questo disturbo riporta livelli bassi di Vitamina D. Questa vitamina serve anche ad attivare metaboliti legati al sistema immunitario, produrre vitamine e controllare l’eccesso di colesterolo.

Tuttavia, prima di assumere vitamine o integratori sarebbe buona consuetudine fare delle analisi del sangue per verificare le carenze di vitamine e sali minerali.

Quali cibi sono consigliati per prevenire problematiche gastrointestinali?

È preferibile un’alimentazione basata su alimenti integrali (o semintegrali, in base alle persone) e che limita prodotti raffinati come farina 0 o 00, i conservanti chimici… 

È inoltre raccomandato il consumo di verdure crude, anche mescolate a verdure alla piastra, e proteine nobili come pesce, legumi, latticini a contenuto di lattosio limitato, carne prevalentemente bianca. Tendenzialmente si può mangiare tutto, ma è importante combinare bene gli alimenti. 

Se dovesse dare 3 consigli ai nostri lettori, quali sarebbero? 

  • Correggere la propria alimentazione in senso anti infiammatorio. Evitare i cibi che possono produrre infiammazioni come dolci e zuccheri raffinati. 
  • Focalizzarsi su una moderata ma costante attività fisica: sono sufficienti 30 minuti al giorno, ad esempio una passeggiata a passo svelto, per aumentare l’ossigenazione e abbassare i gradi di insulina e colesterolo.
  • Fare un’indagine dal punto di vista ematico sulle carenze vitaminiche e minerali e il test genomico del Microbiota intestinale.
Dottor Naturopata Gianfrancesco

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